E’stato uno dei più continui per rendimento e prestazioni Alessandro Favalli (nella foto), terzino sinistro che dopo due stagioni all’Acr Siena si trova svincolato. “E’ stata un’estate complicata – ammette il laterale classe 1992 -. Purtroppo sono penalizzato dalle regole che favoriscono l’utilizzo degli under in C e spesso nel mio ruolo. Giovani che poi quando escono dal sistema delle quote hanno difficoltà”. Il rammarico aumenta se si pensa che Favalli aveva altri due anni di contratto. “Ho sempre sperato che alla fine Montanari iscrivesse la società per poi cedere. Le avvisaglie c’erano visto che abbiamo vissuto una annata allucinante ma speravo in un lieto fine”. Gli ultimi mesi sono stati i più difficili. “Ogni volta che si avvicinavano le scadenze non eravamo certi se avrebbe pagato. All’inizio il presidente si vedeva al campo, facendo mille promesse, che non manteneva. Poi non si è più presentato e convocava solo due o tre di noi lamentandosi delle nostre richieste. Da marzo in poi come è andata è noto a tutti”. I problemi erano iniziati prima. “Senza Salvini la situazione è precipitata. Riusciva a tenere in equilibrio tutto, poi quando è stato messo da parte, l’allenatore si è schierato con la società e sono iniziati i guai veri con la cessione di Silvestri e i problemi con Crescenzi. La rottura a quel punto è stata insanabile”. Dall’esterno è sembrato che il punto di non ritorno sia stato lo ‘sciopero’ prima dell’Ancona. “Già prima di Chiavari c’erano stati dei problemi di varia natura, anche con il mister, iniziati nel post Lucchese. Ma al rientro dalla Liguria la situazione è precipitata. Abbiamo decisivo così perché non era giusto che solo noi, protetti dai contratti federali, venissimo pagati, mentre medici, magazzinieri e fisioterapisti, no. Da lì in poi è stato un infinito crescendo di complicazioni e situazioni paradossali. Salvo però il gruppo bellissimo che abbiamo creato, che ci ha permesso di arrivare in fondo in maniera dignitosa”. Nonostante tutto la Robur è ripatita. “Mi ha fatto piacere sapere che il Siena è rinato, anche se dal basso, e che finalmente la gente possa pensare alle partite. Sento spesso Bianchi, so che è il capitano e sono felice per lui. Non nego che la Robur, anche in Eccellenza, non mi lascia indifferente anche se sto aspettando una soluzione in C. Al Siena non chiuderò mai la porta perché sono stato benissimo così come la mia famiglia. È stato tutto perfetto tranne l’epilogo”.
fonte La nazione
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